“Dopo più di 21 mesi di attesa la maggioranza rispolvera una delega al governo che si era frettolosamente inventata, alla Camera, per bocciare la proposta di salario minimo delle opposizioni. La retribuzione “equa e sufficiente” che ha in mente la maggioranza per i lavoratori è il trattamento complessivo minimo del contratto più applicato.

È un imbroglio pericolosissimo: a far diventare un contratto il più applicato per un’intera categoria può bastare l’accordo tra i datori di lavoro e un sindacato compiacente, che non rappresenta affatto i lavoratori. Così si attacca e umilia la contrattazione e si apre la strada ai contratti pirata.

Ma ci sono altre chicche: non ci sono i 9 euro definiti per legge come nella nostra proposta, non c’è nessun valore minimo sotto il quale non si possa andare. Si apre alle gabbie salariali, per pagare meno chi si trova in zone più arretrate del paese. Si promettono incentivi ai rinnovi contrattuali senza stanziare un euro. Una sostanziale presa in giro che irride alla grave questione salariale del nostro paese. Pericolosa per i lavoratori e i loro rappresentanti.

Continueremo a batterci per la nostra legge sul salario minimo”. Così Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del Pd.

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